La storia e le preferenze di Mistress Casati


Potrebbe raccontarci di lei e di come è diventata una Mistress?


È nato tutto per gioco: fin da quando ero ragazzina ero affascinata dal mondo del BDSM, ma non ho mai avuto modo di avvicinarmi ad esso se non fino a qualche anno fa. Non avevo mai preso in considerazione l'idea di diventare una Dominatrice, dunque la prima esperienza è stata un gioco, fatto per soddisfare la mia curiosità patologica di collezionare tutte le esperienze possibili e immaginabili. Tuttavia, con mia enorme sorpresa, è stata un'esperienza così spontanea, intensa, soddisfacente, che è un percorso che non solo non ho più abbandonato, ma su cui mi sono tuffata in pieno. 


È stato, e continua a rivelarsi tutt'ora, un cammino stimolante e tremendamente divertente, ricco di esperienze che arricchiscono l'animo, persone che non avresti mai avuto l'occasione di conoscere con cui ti puoi rapportare e confrontare... e qui principalmente il mio pensiero va a Miss Lily DuPont: mi ha accolto e mi è stata di grande supporto, non finirò mai di ringraziarla! 


Qual è il suo stile di dominazione e che caratteristiche devono avere i suoi slave?


Ad oggi ti posso dire che ho sviluppato il mio stile di Dominazione in un ottica per lo più cerebrale. Avendo fatto studi umanistici e arrivando da un lavoro in ambito psichiatrico, conosco piuttosto bene i vicoli oscuri della mente umana ed esplorarli è sempre un divertimento e uno stimolo. I sub che mi contattano devono essere consapevoli che nel momento in cui credono, ingenuamente, di essere nel mezzo di una normale conversazione con la sottoscritta, io in realtà li sto già analizzando, spezzettando la mente e assaggiandola per capire se è di mio gradimento o meno, e nel 90% dei casi la sto sputando schifata. Tutto quello che dico e faccio è finalizzato a provocare una reazione e studiarla per capire chi ho di fronte e quali sono i suoi punti deboli. E loro non sapranno mai dove sono arrivata. Fino a che punto ho esplorato la loro anima. 


Per molti sub il Femdom è servire una Donna potente, per me questo è un concetto riduttivo. Per me il Femdom è giocare a scacchi con la mente del sub. Vincere, e infilargli le unghie nel cervello, fino a soggiogarlo completamente. Avere la capacità del focus e trarre piacere da una buona lettura è la prima caratteristica che voglio in uno slave. La seconda, è quella di sapersi conformare dal punto di vista delle argomentazioni e dello stile comunicativo. Da amante dell'epoca Vittoriana, voglio sottomessi in grado di padroneggiare la lingua italiana con grazia e maestria, per consacrarmene le bellezza.


Riflessioni sul mondo BDSM


Il Sadomaso prima è stato associato a una perversione, poi a una parafilia. Oggi, in base all’ultimo manuale diagnostico sui disturbi mentali, il sadomaso viene associato a una trasgressione. Essendo lei una Mistress, come considera il sadomaso? Potrebbe definirlo come il centro del piacere?


Personalmente, partirei dal presupposto che il DSM-5 non è la Bibbia. Non per niente siamo alla 5a edizione: ciò presuppone che negli anni alcune definizioni e diagnosi vengano ridiscusse e modificate in base all'andamento socio-culturale. Stiamo parlando, come hai citato, di un manuale diagnostico e statistico sui disordini mentali.


Chi pratica BDSM o S/M non è affetto da turbe psichiche, questo mi auguro sia chiaro a tutti. Il DSM riporta le varie patologie psichiatriche, la loro incidenza sul territorio e la sintomatologia prominente. Tuttavia va ricordato che una patologia mentale, per definirsi di interesse prettamente psichiatrico:


deve avere alcune caratteristiche, come la rigidità del tratto preso in esame; deve presentarsi non come evento sporadico bensì in maniera costante nel tempo;deve avere un quadro sintomatologico tale da inibire la funzionalità del soggetto (funzionalità intesa come capacità lavorativa, sociale, ecc.).


Chi pratica BDSM o S/M in modo Sane, Safe and Consensual non presenta queste caratteristiche. 


Più che fare un dibattito sulla differenza etimologica tra i termini parafilia, perversione, trasgressione e via dicendo, ci terrei piuttosto a rimarcare il fatto che sono terminologie a utilizzo medico che caratterizzano diagnosi e, a meno che non si sia fatto un giuramento di Ippocrate e non si sia iscritti all'albo dei Medici, sarebbe opportuno evitare di utilizzare termini diagnostici impropriamente. 


Il Sadismo e Masochismo è un argomento ampissimo ed è pieno di letteratura in proposito, però a mio avviso no, non si può dire che sia il centro del piacere. Questo poiché ognuno è un essere a sé stante con le proprie predilezioni, quindi ciò che per un bottom può essere il raggiungimento del sub space, non lo sarà per un feticista. 


Ed anche volendo indagare solo le dinamiche S/M, tralasciando il resto, trovo l'affermazione troppo generica, poiché ciò che fa la differenza è la relazione che si instaura fra le parti ed il modo in cui viene condotto il gioco. Ci sono troppi fattori, troppe variabili da considerare per poter stabilire effettivamente quale sia il punto G del sadomaso. 


Persone di qualunque età hanno fantasie erotiche inerenti il BDSM (sadomaso): tali persone sono attraversate da tali fantasie erotiche anche durante una giornata lavorativa. Alcune di queste persone non solo non hanno il coraggio di parlarne ma nemmeno hanno il coraggio di sperimentare pagando una Mistress Prodomme, continuando a tenere tutto ciò dentro di sé. Come Mistress Prodomme cosa potrebbe consigliare a tali persone? 


Il percorso di uno schiavo è complicato. È fatto di alti e bassi, di momenti di crisi, di frenesia di fare sessione, di voglia di scappare. Nelle prime sessioni, sei preda di un  vortice emotivo. Realizzi le tue fantasie, ma poi devi farci i conti. Stai conoscendo te stesso. Perdi l'equilibrio. Fai il passo più lungo della gamba, e ti senti in gabbia. Vulnerabile. Tutte cose che desideravi da tempo, ma che non sapevi come sarebbe stato provarle sulla tua pelle. E scappi. Per paura di te stesso, di quello che potresti spingerti a fare, per paura di perderti e non ritrovarti più. 


Ma è così bello perdersi... niente più stereotipi, convenzioni sociali, niente più falsi moralismi e ipocrisie... fare un passo in questa direzione e tirarsi indietro è l'errore più grande che si possa fare. 


Il BDSM è una disciplina prettamente cerebrale. È squallido e riduttivo pensare che si tratti solo di una serie di pratiche da mettere in atto in modo meccanico. Quello che ti posso dire è che chiunque sia in grado di guardarsi dentro, accettare i propri kink, nonostante questo li renda "diversi" dalla maggior parte della popolazione vanilla, e oltre ad accettarli, riesca anche a trovare il coraggio per metterli in essere in modo sano sicuro e consensuale, sarà sicuramente una persona più felice e appagata rispetto a chi vive con vergogna e frustrazione questa condizione. Il BDSM è un po’ questo in fondo: la liberazione dalla vergogna. 


Qual è la differenza tra Mistress e Mistress Prodomme? 


Si tratta principalmente di una distinzione a livello di terminologia. Nel linguaggio comune viene fatta una grandissima confusione con i termini Mistress, Master, slave, sub… Di fatto, la Mistress è colei che ha detiene la relazione di appartenenza 24/7 con uno slave. 


Chi si diletta sporadicamente in rapporti D/s viene definita Domme. Nel momento in cui la Domme diviene professionista o professionale, nasce il termine Pro-Domme, che è già esplicativo in sé stesso. 


Nel linguaggio comune, si tratta di Dominatrici professioniste a cui è implicito, da parte del sottomesso, fare un regalo, poiché esse mettono a disposizione location attrezzata, oggetti, strumentazioni, anni di competenza ed esperienza, senza contare l'alto rischio che si corre incontrando sottomessi che non si ha modo di conoscere bene, nonostante tutte le precauzioni che si prendano e la conoscenza preliminare precedente all'incontro.