1️⃣Da sempre ho avuto tendenze BDSM, ricordo ancora quando a 11 anni impazzivo per la compagna di classe in leggins (che a quel tempo si chiamavano fuseaux). Con gli anni ho poi scoperto che si trattava del mio feticismo, ancora oggi dominante, per le aderenze. Durante i primi amori adolescenziali ricordo perfettamente le prime avvisaglie  cuck che a quel tempo però non ero ancora pronto ad accettare, pensando si trattasse di banale insicurezza spesso trasformata in ansia da prestazione. Dal periodo dell’università, grazie anche al giovane mondo del web, ho poi finalmente avuto modo di scoprire il mondo del BDSM esaltandomi sempre più per leggins ,per gli sputi e le umiliazioni. Durante queste scoperte la mia vita sentimentale continuava a costruire relazioni sentimentali fino a portarmi al matrimonio. Come in un sistema binario una retta continuava a strutturarsi  e a crescere mentre la parallela percorreva la via inversa tendendo sempre più a farmi scivolare verso il basso. Così verso i 30 anni mi sono ritrovato immerso e disorientato nella vita “degli adulti” casa, famiglia, lavoro, mentre le mie sinapsi a mia insaputa tessevano un’inaspettata “zona di conforto” grazie anche al supporto dei nascenti social network, novità assoluta per noi che per praticare autoerotismo compravamo novella2000.  Ricordo la curiosità con la quale, creato il primo account anonimo su Facebook, scoprivo ventenni “stronze” e determinate pronte a friggerti il cervello pur di ottenere una ricarica vodafone da 10 euro (ricordo intere meravigliose notti con alcool e ricariche). Fu così che senza neanche rendermene conto quella curiosità mi travolse fino a diventare dipendenza, dalle ricariche si passo poi alle carte prepagate, ai conti online fino ad imbarazzanti cashpointmeet nei centri commerciali. Come per tutte le droghe però è impossibile mantenere la dose invariata per cui dopo i primi tempi di meravigliosa ed eccitantissima sorpresa si è passati ad una fase di continua ricerca del piacere sempre più raro e “morbido” (sopratutto in famiglia) che mi spinse a rassegnarmi alla devastante esperienza della blackmail ed alle sue conseguenze. Oggi continuo a vivere la moneyslavery oscillando tra sentimenti contrapposti e dopo numerosi tentativi di “disintossicazione” mi sono arreso all’idea di non poterne uscire. 🔨🧠



2️⃣Nonostante il nome, estrapolato dal contesto BDSM sia orribile e deprecabile, la blackmail nel rapporto Moneymistress/moneyslave rappresenta un momento di altissima eccitazione, intimità e fiducia. Personalmente, nelle cinque esperienze avute negli anni, mi sono trovato QUASI sempre bene. Purtroppo nulla più della blackmail crea dipendenza, ed è davvero difficile riuscire ad eccitarsi dopo averla provata, ricordo come se fosse ieri la prima volta che scrissi su whatsapp il numero di telefono di mia moglie, o quando scrissi alla Miss dai vari profili social reali… per non parlare dell’utilizzo di teamviewer… sensazioni devastanti, destabilizzanti. Non saprei se consigliarla come esperienza. 🧠🤳



Luisa Casati con la collaborazione di un anonimo moneyslave